Visioni di prossimità
In un mondo globale e veloce è facile perdersi e difficile ritrovarsi.
Ogni giorno si è così tanto bombardati da informazioni altalenanti e notizie a volte discordanti che, se non ben radicati nella vera conoscenza, fondata sull’intuizione ed il sentire, si può confondere l’autenticità con la finzione, l’onestà con l’inganno, la verità con la falsità.
Ma la cosa più grave è che, in questo processo incontrollato di omologazione generalizzata, si rinuncia, in modo inconsapevole, al bene più prezioso, la propria identità culturale e locale, il senso di comunità.
Oggi si opta per modelli che ci impongono ritmi frustranti e risultati in termini di performance individuale. E senza nemmeno accorgersene ci si ritrova a condividere valori estranei alla nostra cultura, ideali che non ci appartengono.
Non dico che non bisogna guardare a tradizioni anche lontane dalle nostre, attingendo nuovi spunti e ispirazioni, ma occorre sapientemente trasmutare gli insegnamenti, riconoscendo che la vera conoscenza è una e tutti i saperi attingono dalla stessa fonte.
Quando si comprende che tutte le regole dell’Universo ci riportano alla lentezza e all’interconnessione con i ritmi e cicli della Natura, ad una ritualità antica, basata sull’agnizione della sacralità dei luoghi e dei territori, prima che dei loro abitanti, ci si avvia verso un percorso di rinascita.
Solo in quest’ottica alchemica i riti di fondazione delle città romane non appaiono poi così lontani dalle griglie interpretative del Feng shui e del Vastu. Approcci diversi, entrambi finalizzati all’ascolto della presenza dei luoghi ed alla lettura interpretativa delle stratificazioni territoriali.
Ma cosa significa Prossimità?
Significa rinsaldare le relazioni con i contesti locali, non solo in termini di autonomia e autosufficienza, ma soprattutto in termini di reti di comunità organizzate, strutturate per sopperire ai bisogni primari umani in termini di qualità e non di quantità.
La dimensione di prossimità rappresenta la nuova frontiera ottimale per riconquistare le radici identitarie e tramandare alle future generazioni le antiche memorie e tradizioni dei avi, dando piena attuazione al concetto di sostenibilità ambientale.
Più si lavora sulla prossimità e più si può arginare l’onda crescente delle spinte alla globalizzazione, che tende a cancellare indistintamente tutte le diversità e unicità tra territori, sotto l’idolatria del progresso e dello sviluppo.
Metaforicamente, così come un albero cresce più in alto quanto più si radicano le sue radici, così una comunità, si consolida e può continuare a sussistere, fintantoché fortifica le sue fondamenta identitarie, non lasciandosi solo abbagliare dal fruscio e luccichio dei rami mossi dal vento.