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L’ATTESA E’ UNO STATO DELL’ESSERE

La leggerezza, la spensieratezza dell’attesa ci rende migliori, ci proietta, istantaneamente, in una dimensione onirica, dove ogni nostra gioia e desiderio può trovare piena soddisfazione.

Quando aspettiamo, in attesa che qualcosa accada, siamo in una sospensione dell’essere, vibriamo tra le nuvole e proiettiamo tutte le nostre aspettative, nel desiderio da realizzare.

Poi però quando si realizza il nostro sogno, bruscamente, ricadiamo nella materia, nella quotidianità ed a volte entriamo in uno stato d’insoddisfazione e di crisi.

In una società consumistica quella di oggi, anche a livello emozionale: per sfuggire a questo senso d’insoddisfazione, cerchiamo, ogni giorno, di porci nuovi obiettivi, accumulando non solo oggetti, ma anche desideri e aspettative.

E in questa dicotomica corsa alla rapida realizzazione delle nostre speranze, l’attesa può rappresentare per alcuni, a volte, anche un ostacolo, una perdita di tempo, che rallenta i progetti.

Meglio vivere tutto e subito… consumando e bruciando relazioni, rapporti ed amicizie.

In realtà, invece, penso che sia proprio l’attesa a dare valore e significato ai nostri obiettivi e desideri, a sottolinearne l’importanza delle persone e delle situazioni, ad attribuirgli il giusto pregio e merito.

Ed a parlarvi è una persona che conosce bene il significato dell’attesa.

La mia natura saturnina mi riporta, sempre e costantemente, al senso della responsabilità, al rispetto per sé e per gli altri, al valore del tempo da dedicare alle persone care. E questo mi ha sempre portato ad anticipare, ad arrivare sempre prima agli appuntamenti, a cercare di essere empatica e d’aiuto.

Aspettare è un po’ la mia natura esistenziale, è quella marcia in più che, a volte, mi aiuta a superare la sofferenza e la difficolta di una vita difficile.

Questa capacità, questo strumento, mi permette di compensare e smussare i lati spigolosi del mio carattere, a controllare quella mia innata impulsività, permettendo alla mente di acquietarsi e di riprendere la sua stabilità.

Ed allora mi siedo, come in questa foto sulla panchina, ad aspettare e vivere intensamente l’attimo presente.

Ringrazio, con gioia, l’attesa, il mio più grande maestro di vita, che nutre ed ha nutrito negli anni la mia mente di silenzi, di pensieri puri, di desideri e di sogni.

Grazie, grazie, grazie.